L’Informativa di Mario Draghi sull’Ucraina oggi in Parlamento

Il governo di Mario Draghi sull’Ucraina continuerà a muoversi nel solco già  segnato. Sanzioni, invio di armi, deterrenza, ma con un obiettivo preciso, condiviso con Joe Biden: ottenere il cessate il fuoco ed il rilancio dell’ azione diplomatica, giocata con rapporti bilaterali.

Contemporaneamente, l’Italia, si sa,  è anche impegnata, in una corsa contro il tempo, per riannodare fili nel Mediterraneo per nuovi accordi e per ridurre del 40%, entro il 2024, la dipendenza dalle forniture di gas russo.  Tutto questo è stato snocciolato dal premier, Mario Draghi, nel suoi ventotto minuti di informativa alla Camera ed al Senato. Il premier, dopo il suo viaggio a Washington, ma senza accogliere la richiesta di un dibattito parlamentare, ha riepilogato i punti salienti, incluse le cifre dei nuovi aiuti finanziari approvati, d’accordo con la UE, al governo ucraino, anche in prestiti, oltre alla disponibilità per l’accoglienza: sei milioni di donne e minori hanno lasciato l’Ucraina, un cittadino su tre. La scuola italiana accoglierà 22.700 studenti, mentre cominciano a contarsi i morti lasciati nelle fosse comuni, 9000 solo attorno a Mariupol. Un racconto ben calibrato e suggestivo, quello di Mario Draghi, che ripete lo schema narrativo di molti programmi televisivi di questi lunghissimi 85 giorni di guerra  a tutto schermo, ma che omette alcune informazioni, che non sono mai arrivate nel dibattito pubblico: che tipo di stato è l’Ucraina e da chi è governato davvero? Sulla corruzione in Ucraina avevano cercato l’ iter formale per arrivare a chiedere un atto di indirizzo al governo alcuni deputati del gruppo Misto, Alternativa, ora confluiti in CAL, ma niente da fare, anche il presidente Conte dei 5 stelle ha preferito tirare dritto e la mozione non è passata.

L’Ucraina e la grande corruzione, la Ue gira la testa?

Non c’ è che dire i poteri e la geopolitica del mondo stanno ridisegnando le mappe e la guerra in Ucraina ha lanciato quel dado, che sta riposizionando ogni pedina, cavallo e re dell’antico scacchiere in un mondo alla conquista dell’Est e di nuove pepite d’oro. Eppure, a questa narrazione ricca di resoconti quotidiani, di sorrisini compiaciuti ed orgogliosi, oggi, al Senato, ha tentato un controcanto, l’iniziativa della senatrice Bianca Laura Granato.

Sen Bianca Laura GranatoUna iniziativa di discussione pubblica già programmata, che è andata quasi in contemporanea con l’informativa alle Camere del premier Draghi e che raccontava con tinte assai diverse e con qualche seria e motivata preoccupazione il sostegno incondizionato all’Ucraina e al suo leader, Zelenski, ormai icona della resistenza di un mondo libero e democratico, contro il tiranno invasore, nonostante che la recente storia dell’Ucraina abbia non pochi scheletri nell’armadio.  A ricostruirlo oggi, l’intervento del giornalista e scrittore Franco Fracassi, autore del libro “Ucraina. Dal Donbass a Maidan”. A certificarlo nero su bianco anche l’ ampia Relazione speciale della Corte dei Conti Europea del 23/09/2021 https://op.europa.eu/webpub/eca/special-reports/ukraine-23-2021/it/, che dimostra e condanna un sistema corruttivo diffuso in cui l’abuso di potere fa da padrone in tutti i gangli dello stato a beneficio di pochi, gli oligarchi. Una Relazione sintetizzata chiaramente da una immagine contenuta nel testo e proiettata da Giorgio Kadmo Pagano, che ricostruisce tutti gli ambiti in cui l’oligarchia plutocratica ucraina ha gestito, violando qualunque legalità e principio di trasparenza: dai regolamenti commerciali, alle nomine negli organismi cardine.

Fonte Relazione Corte dei Conti EuropeaCosì, per la senatrice Bianca Laura Granato il rischio di continuare a sostenere un governo di oligarchi tanto colluso e corrotto esiste davvero. Tutti lo sanno, ma anche la Commissione europea non è mai intervenuta. Per la senatrice di CAL “La situazione non è sotto controllo. Tutte le risorse economiche devolute all’Ucraina, tanto corrotta, si disperderanno. Il rischio è che la strada intrapresa non persegua le finalità dichiarate”.  Informazioni precise e ben documentate dal giornalista Franco Fracassi riannodano i fili della recente storia ucraina.

Alcuni, pochi soggetti molto ricchi hanno trasformato questo in potere politico, mentre in Russia, gli oligarchi sono stati allontanati dalla gestione del potere politico proprio con l’accentramento fatto da Vladimir Putin. Inoltre, in Ucraina il potere politico è colluso con i poteri criminali e con le milizie neonaziste, create e pagate dagli stessi oligarchi che vantano eserciti personali. Inoltre, racconta Fracassi, il giorno prima della nota strage del 2014, l’oligarca più ricco dell’Ucraina, Igor Vlerevich Kolomoyskyi, proprietario della principale banca Privatbank, che ricicla anche denaro della mafia, incontra il ministro dell’interno, il capo dello squadrone neonazista e l’allora vicepresidente statunitense, nel 2014, Joe Biden. Subito dopo la strage, il figlio di Biden, viene nominato nel Consiglio di amministrazione della società che estrae gas di quel medesimo miliardario. La procura di Kiev apre una inchiesta e successivamente, racconta Fracassi, lo stesso Biden, si vanterà pubblicamente di aver fatto rimuovere quel magistrato, anche se Kolomoyskyi viene formalmente bandito dal far ingresso negli USA per grave corruzione. Una storia ben nota  a molti, eppure, nella vicina aula, quasi in contemporanea oggi. Il premier Mario Draghi con determinazione  e senza battere ciglia ha ribadito che l’Italia è pronta a sostenere l’ingresso dell’Ucraina nella Unione Europea, che si discuterà a fine giugno, mentre in luglio, ad Ankara, l’Italia, parteciperà ad un incontro bilaterale per rafforzare i rapporti  con la Turchia di Erdogan. Road map della politica estera condivisa e approvata dal presidente Biden. Ma, nela sua informativa, il premier italiano lascia il podio alla autonomia negoziale e all’autodeterminazione del leader ucraino, Volodymiyr Zelensky, perchè gli accordi possano essere davvero sostenibili. Con la Russia, invece, linea dura e  deterrenza:

  • pronto il sesto pacchetto di sanzioni, che stanno indebolendo economicamente il Paese
  • l’ Italia rafforzerà il fianco orientale: invieremo 2500 unità in Bulgaria e 250 in Ungheria
  • sarà sostenuto lo sforzo rumeno di sminare il Mar Nero
  •  l’Ucraina dovrà sbloccare la partenza delle navi di grano (molti terreni coltivati a grano in Ucraina sono di proprietà della Monsanto) oggi ferme nei porti minati dagli Ucraini, nel sud del Paese.

Il presidente statunitense Biden ha accolto la proposta di aiutare a coordinare questa emergenza, ha assicurato Draghi, prima che diventi umanitaria. Non c’ è alcun dubbio per Mario Draghi l’Italia con la UE è saldamente ancorata nel campo transatlantico, costi quel che costi. E’ la real geopolitik, bellezza!