di Martina Pastorelli

per il Coordinamento 15 Ottobre – C15O

Per allargare lo sguardo oltre i riduzionismi (sivax vs novax, buoni vs cattivi, pro GreenPass vs anti Greenpass) cui ci spinge la discutibile gestione sanitaria del Governo, e andare più a fondo nella comprensione di ciò che sta accadendo nella società, è d’obbligo partire da una riflessione dello psicoanalista Emilio Mordini. Gli ho chiesto: “perché alcuni credono – e altri – no, a tutte le versioni ufficiali raccontate? E cosa hanno in comune coloro che non accettano questa narrazione?” Sentite cosa ha risposto:



#laltrastoria rispetto al conformismo di cui parla Mordini è sicuramente rappresentato dagli Studenti No Green Pass, presenti in moltissimi atenei italiani. Ho raccolto la testimonianza di Alessia Giulimondi, portavoce degli Studenti Roma No Green Pass, che qui racconta come sia “logorante sottostare alle regole distopiche dell’Università. Abbiamo creato una rete umana di relazioni per resistere – spiega – perché poter dire che andrà bene perché abbiamo l’altro è la prima forma di disobbedienza nel momento in cui vogliono renderci soli e fragili”:



Possiamo poi prescindere da un tema – quello del Great Reset? – che fin dall’inizio di questa storia è stato evocato per spiegare la genesi della crisi? Ovviamente no, per cui ne ho parlato con l’economista e banchiere Vladimiro Giacché, che qui spiega come non sia un’ipotesi nuova: la teoria della stagnazione secolare risalente già agli anni ’30, infatti non escludeva eventi esogeni di grande portata davanti alla crisi economico-finanziaria in atto. “Guerra a parte, penso allo spostamento di investimenti in nuove direzioni che sta avvenendo: PNRR, Green Economy, Big Pharma”:



Sul banco degli imputati, per molti, ci sono i Media, senza la collaborazione solerte dei quali forse nulla di tutto quello che è accaduto sarebbe potuto succedere. Con grande piacere ho sentito in proposito Serena Tinari, giornalista investigativa d’inchiesta che da vent’anni segue il settore sanità e medicina per Re-Check. “Con il Covid troppi colleghi si sono improvvisati esperti di salute pubblica e medicina, sentendosi investiti di un ruolo: quello di megafono del Governo e dell’industria farmaceutica. Così esiste una sola versione (quella de ‘La Scienza’) e chi si permette di obiettare viene bollato come negazionista, antivax, cospirazionista…”



In settimana ho dato voce anche alla riflessione, molto acuta, del sociologo Andrea Miconi (docente allo IULM di Milano), il quale nota come il greenpass sarebbe dovuto, nelle promesse, durare due settimane: cosa che non è avvenuta perché “lo Stato, se ha così tanto potere, non lo cede mai”. Secondo Miconi “è ingenuo pensare di recuperare libertà e diritti che abbiamo ceduto. Ora i nostri diritti di cittadinanza sono subordinati ad un lasciapassare con motivazioni mediche: ma chi esclude che il lasciapassare domani sia vincolato ad altro? E che chi oggi pensa di essere dalla parte giusta non finirà dalla parte sbagliata?”.


Domande fondamentali:


Per tenere alta l’attenzione sull’aspetto della cura, ho intervistato il biologo molecolare Leonardo Guerra, il quale definisce “gravissimo” il fatto che sia ancora vigente il “protocollo” paracetamolo + vigile attesa e che i medici fedeli al giuramento d’Ippocrate debbano seguire i pazienti Covid di nascosto per evitare sanzioni.

Di qui il suo appello: si torni a visitare e ad assistere, perché per l’ammalato l’aspetto psicologico di sentirsi abbandonato è drammatico.



Chiude questo racconto settimanale de #laltrastoria la testimonianza del noto esperto di comunicazione e marketing Alberto Contri, che ha condiviso l’esperienza dell’esenzione negata, patita in prima persona: “È accaduto anche a me: il medico che per principio rifiuta l’esenzione pur a fronte di patologie che sconsigliano la vaccinazione. Che si debba andare all’hub vaccinale con l’avvocato per proteggersi dal rischio di eventi avversi è veramente il massimo….”


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